SERVIZI

Chirurgia Estetica

La Chirurgia Estetica si occupa di correggere difetti fisici e migliorare l’armonia del corpo, aiutando i pazienti a sentirsi meglio con se stessi. Dalle procedure per ringiovanire il volto agli interventi per rimodellare la silhouette, ogni operazione viene personalizzata sul singolo individuo.

L'eccellenza Della Mia Esperienza Medica

Distretto cervico-facciale

Il distretto cervico-facciale (testa e collo) richiede spesso l’utilizzo di tecniche di chirurgia ricostruttiva in quanto interessato dalla patologia oncologica, malformativa e dalla traumatologia.

I quadri malformativi trattati sono i più disparati e possono coinvolgere organi e funzioni primarie a cui solo la chirurgia ricostruttiva può restituire la piena integrità estetico-funzionale. Parliamo di malformazioni del naso, di occhio e regione perioculare, di labbra ed interno del cavo orale, di orecchie, nonché dei restanti tessuti molli e duri del volto.
La traumatologia riguarda invece in genere sia i tessuti duri che molli di quelle porzioni del corpo più soggette a fratture e lacerazioni quali dorso nasale, regione zigomatica, mascella e mandibola. Oltre alla riduzione e contenzione delle fratture con placche e viti in titanio, la riparazione di ferite, lacerazioni e perdite di sostanza, richiede spesso l’uso di ‘plastiche’ in grado di rendere i segni del trauma meno visibili possibile.
Forse però è nell’oncologia cervico-facciale che la chirurgia ricostruttiva fornisce il contributo più decisivo. Difatti i tumori di questo distretto sono tra i più aggressivi ed invalidanti, in quanto non compromettono solo l’aspetto del paziente ma soprattutto alcune funzioni primarie indispensabili, quali la respirazione, la fonazione (il parlare), la masticazione e la deglutizione. Le tecniche ricostruttive oggigiorno più utilizzate sono quelle microchirurgiche, in grado di sostituire i tessuti asportati perché coinvolti dal tumore con tessuti dello stesso organismo con aspetto e funzioni simili. Microchirurgia significa intervenire su tessuti del paziente con l’ausilio di mezzi ottici di ingrandimento (microscopio e loopes chirurgiche) dissecando porzioni di essi, modellandoli, isolando vasi e nervi e trasferendo il tutto lì dove è necessario per compensare un difetto che altrimenti non permetterebbe al paziente di continuare a vivere normalmente. Esempio emblematico è la ricostruzione di difetti compositi di mandibola e mucosa in caso di tumore del cavo orale che coinvolga gli alveoli dentari. In tali casi la resezione del tumore comporta la rimozione di una porzione più o meno ampia di mandibola, dei denti connessi ad essa e della mucosa orale circostante, difetto che spesso risulta ampio ed in comunicazione con il collo dove contemporaneamente vengono rimossi i linfonodi potenzialmente coinvolti dal tumore. Il chirurgo plastico esperto di microchirurgia preleva dalla gamba una porzione di osso della fibula (osso non portante della gamba, i pazienti riprendono poi le normali funzioni) con associata una porzione di pelle, disseca e conserva vasi e nervi che forniscono nutrimento e sensibilità a tali tessuti, quindi modella l’osso a forma di mandibola per poi trasferirlo nel cavo orale, fissarlo ai tessuti ossi e mucosi residui e completando il lavoro con il collegamento microchirurgico tra i vasi ed i nervi della gamba e quelli del collo opportunamente dissecati e preparati per l’anastomosi (collegamento vascolare e nervoso). Se la procedura, lunga e complessa, ha successo, il paziente ritorna ad una vita praticamente normale, mangiando e parlando senza particolari difficoltà, funzioni queste che in assenza di ricostruzione sarebbero pesantemente compromesse. Il recupero pieno richiede tempo, pazienza ed a volte una lunga riabilitazione, ma è oggigiorno assolutamente possibile.

Radiofrequenza (BodyTite)


Consiste nell’utilizzo di una radiofrequenza bipolare (BodyTite), in grado di consentire lo scioglimento del grasso, la sua rimozione e soprattutto la retrazione cutanea in caso di flaccidità. In questa maniera si riesce a migliorare la tonicità cutanea ed il suo eccesso relativo senza la sua rimozione chirurgica e quindi evitando cicatrici che sui glutei sarebbero evidenti. La procedura può essere effettuata in regime di Day-Surgery, prevedendo però una sedazione a cui associare anestesia locale. L’intervento viene eseguito attraverso piccole incisioni dell’ordine di pochi millimetri, nascoste in punti poco visibili (pieghe naturali dell’organismo). In esse viene introdotto l’elettrodo a radiofrequenza che riscalda in modo controllato cute e sottocute causando la contrazione dei setti fibrosi (che collegano pelle e muscolo) che con il tempo in genere perdono tonicità. Gonfiore e lividi, seppur presenti, sono in genere limitati e di breve durata, i risultati sono apprezzabili fin da subito, ma per evidenziarli appieno si deve attendere la risoluzione dell’edema post-operatorio.

Lipofilling

Il lipofilling può essere effettuato anche a livello dei glutei con il fine principale di volumizzare, ma anche con quello di rigenerare il tessuto, considerando l’elevato contenuto in cellule staminali presenti nel grasso purificato.Quantitativi elevati di grasso possono essere prelevati da differenti aree corporee sede di lipodistrofia, vengono quindi centrifugati o decantati, per essere poi re-iniettati al fine di aumentare il volume complessivo dei glutei (finalità estetica). L’impianto di grasso nei glutei deve avvenire al di sotto della cute ed all’interno del muscolo grande gluteo, privilegiando i quadranti superiori (supero-interno e supero-esterno) la cui proiezione dona al fondoschiena un aspetto complessivamente più tonico e giovanile.Il vantaggio principale di questa tecnica sta nella possibilità di evitare l’uso della protesi per l’incremento volumetrico del gluteo. Esistono però dei limiti che consistono nell’esigenza di ripetere più volte la procedura per ottenere un incremento considerevole e nella necessità di quantitativi considerevoli di grasso dalle zone donatrici, che non sempre sono presenti (pazienti particolarmente magre). Si tratta dunque di una tecnica innovativa, poco invasiva, poco dolorosa, che non lascia cicatrici visibili e che non comporta l’utilizzo di corpi estranei, va però eseguita da personale esperto e con le opportune indicazioni al fine di evitare risultati poco soddisfacenti. L’intera procedura può essere eseguita in sedazione ed anestesia locale, in regime di Day-Surgery, non necessitando di ricovero. Lividi e gonfiore compaiono in particolare nella sede di prelievo del grasso più che sui glutei, in due-tre settimane essi si risolvono, ma per poter valutare il risultato definitivo della procedura bisogna aspettare circa 3 mesi, tempo di attecchimento del grasso iniettato. La percentuale media di riassorbimento a 3 mesi è del 30%; ciò che rimane dopo tale data di ciò che è stato innestato deve considerarsi permanente, per un risultato definitivo

Gluteoplastica additiva

La gluteoplastica additiva è un intervento estetico della regione glutea generalmente poco eseguito, ma in grado di dare risultati molto soddisfacenti se eseguito da mani esperte e senza abbandonare mai il gusto per la giusta misura. Consiste nel modificare forma e volume dei glutei mediante l’utilizzo di uno specifico impianto in silicone di ultima generazione (involucro ultraresistente testurizzato e gel coesivo all’interno, biocompatibile, ampiamente certificato).Durante la visita preoperatoria va analizzata con molta attenzione la conformazione del gluteo della paziente, sia in visione frontale che laterale, per poter scegliere la protesi più adatta al caso specifico. Le misure a disposizione sono tante, per poter bene adeguarsi alla corporatura della paziente, ma le forme possono essere sostanzialmente tre: la protesi tonda, la protesi anatomica (a goccia) e la protesi ovale. La protesi tonda tende a dare risultati più ‘evidenti’ soprattutto nel polo superiore per un fondoschiena più ‘procace’; senza esagerare con le dimensioni, fornisce comunque risultati naturali e piacevoli. La protesi anatomica (a goccia) ha una forma che si avvicina a quella normale del gluteo, quindi fornisce la garanzia di elevata naturalezza. Il passaggio tra dorso e gluteo avviene in forma graduale e naturale, senza l’effetto ‘scalino’. La protesi ovale (a goccia ma rastremata), è nata con l’obiettivo di ‘copiare’ la forma del gluteo ideale, garantisce quindi la massima naturalezza, sempre a condizione di usare volumi adeguati e proporzionati.Le case produttrici di protesi che normalmente utilizziamo sono: Allergan, Mentor e Polytech. Si tratta di aziende leader sul mercato mondiale, che forniscono i più alti standard qualitativi e la massima sicurezza sul prodotto (peraltro con varie forme di garanzia sulle stesse protesi). Costano un po’ di più, ma si tratta di una piccola quota che nel tempo paga certamente: l’intervento va fatto una sola volta impiantando i materiali migliori a disposizione.Il piano di alloggiamento è sostanzialmente unico, quello intramuscolare, cioè nel contesto del muscolo grande gluteo. La protesi potrebbe essere posizionata anche nel sottocute, ma il risultato sarebbe molto innaturale. Il posizionamento all’interno del muscolo risulta si più doloroso, ma la protesi è meglio coperta e quindi meno visibile. Vale infatti, come nel seno, la regola che maggiore è la copertura dell’impianto, minima sarà la sua visibilità per un risultato più naturale ed elegante.L’intervento, della durata di circa due ore, viene eseguito in anestesia locale con sedazione profonda, questo significa poter evitare l’intubazione ed il pernottamento in clinica, gestendo il ricovero in modalità day-surgery e potendo quindi anche risparmiare sui costi di clinica. Le protesi vengono inserite attraverso due incisioni di circa 6-8 cm poste all’interno del solco intergluteo (spazio tra i glutei), risultando quindi poco visibili. Lo scollamento all’interno del muscolo richiede uno strumentario specifico e generalmente anche l’uso di un drenaggio aspirativo, a causa del rischio di sanguinamento leggermente più alto. Nel post-operatorio la paziente assume una terapia antibiotica per bocca per sette giorni (prevenzione delle infezioni), associata ad una valida copertura antidolorifica ed alla protezione per lo stomaco; indossa inoltre una guaina contenitiva (tipo da liposuzione) per un mese dopo l’intervento. I punti vengono rimossi all’incirca dopo 2-3 settimane. E’ fondamentale evitare di sedere sui glutei per le prime 3 settimane (importante per abbassare il rischio di riapertura delle ferite, si dorme supini) ed evitare l’attività sportiva per i primi tre mesi dopo l’operazione.Nell’immediato post-operatorio i glutei possono risultare innaturali, rigidi e poco mobili, questo avviene soprattutto in relazione al gonfiore ed alla contrattura che inevitabilmente il muscolo sviluppa. Possono essere necessari dai 2 ai 6 mesi per acquisire la naturalezza e mobilità desiderate.

Lipofilling

Il lipofilling può essere effettuato anche a livello del seno con il fine principale di volumizzare, ma anche con quello di rigenerare il tessuto, considerando l’elevato contenuto in cellule staminali presenti nel grasso purificato.

Quantitativi elevati di grasso possono essere prelevati da differenti aree corporee sede di lipodistrofia, vengono quindi centrifugati o decantati, per essere poi re-iniettati a livello mammario al fine di aumentare il volume complessivo del seno (finalità estetica) o per perfezionare esiti di radioterapia o di precedenti interventi (finalità ricostruttiva, nelle pazienti sottoposte a mastectomia o quadrantectomia con senza ricostruzione protesica). L’impianto di grasso nel seno deve essere bi-compartimentale, deve cioè essere posizionato al di sotto della cute ed al di sopra del muscolo pettorale (in mani esperte anche nel contesto dello stesso muscolo pettorale), evitando accuratamente di introdurlo dentro lo ghiandola mammaria, dove potrebbe creare problemi di diagnosi differenziale in caso di mammografia.Il vantaggio principale di questa tecnica sta nella possibilità di evitare l’uso della protesi mammaria per l’incremento volumetrico del seno. Esistono però dei limiti che consistono nella necessità di ripetere più volte la procedura per ottenere un incremento considerevole e nella controindicazione al suo utilizzo in caso di seni ptosici (cioè scesi), in quanto l’aumento di volume e quindi di peso comporterebbe un peggioramento della discesa. Si tratta dunque di una tecnica innovativa, poco invasiva, poco dolorosa, che non lascia cicatrici visibili e che non comporta l’utilizzo di corpi estranei, va però eseguita da personale esperto e con le opportune indicazioni al fine di evitare risultati poco soddisfacenti.

Capezzolo introflesso

Il capezzolo introflesso è una deformità, spesso congenita, che può riguardare sia gli uomini che le donne (soprattutto) e può interessare uno solo o entrambi i seni.

Importante è differenziarlo bene dal capezzolo retratto, che è una condizione acquisita, conseguenza di infezioni (mastiti), tumori o di interventi chirurgici. Il capezzolo può essere perennemente introflesso o può essere esternalizzato dopo stimolazione tattile o con orripilazione, in ogni caso può essere causa di imbarazzo, soprattutto nella sfera intima, in tali casi in genere viene corretto con un intervento chirurgico. Esistono differenti tecniche in grado di correggere questa deformità, le quali però posso essere suddivise in due categorie: tecniche con o senza sezione dei dotti galattofori (i tubicini che portano il latte prodotto dalla ghiandola all’esterno attraverso il capezzolo). In funzione dell’età della paziente, del desiderio di poter allattare ed in primis delle richieste della paziente stessa, si può optare per l’una o per l’altra tecnica. La più efficace, soprattutto per la bassa percentuale di recidiva della malformazione, risulta essere la tecnica che prevede la sezione dei dotti, in quanto è proprio la loro lunghezza insufficiente la causa della retrazione.

Mastopessi (Lifting del seno)

La mastopessi è un intervento chirurgico volto a risollevare e ridare turgore ad un seno sceso (ptosico) che ha perso tono. Le tecniche a disposizione sono svariate e vanno valutate e discusse attentamente con la paziente al momento della visita preoperatoria.

L’effetto di sollevamento del seno si ottiene rimuovendo la pelle in eccesso e ridistribuendo il tessuto mammario residuo, mentre per ridare turgore si sfrutta la ghiandola residua (autoprotesi) o si aggiunge una protesi. Le cicatrici, pur posizionate in punti strategici e poco visibili, sono inevitabili e devono essere accettate dalla paziente. Esistono tre tecniche principali basate sulla cicatrice residua: mastopessi periareolare (per ptosi lieve), mastopessi verticale (per ptosi moderata) e mastopessi a “J” o “T invertita” (per ptosi severa).

Mastoplastica riduttiva

La mastoplastica riduttiva è un intervento di chirurgia plastica estetico-ricostruttiva, volto a ridurre le dimensioni di un seno eccessivamente sviluppato, che normalmente è anche notevolmente sceso (ptosico).

Si distinguono due forme principali di eccessivo sviluppo della mammella: l’ipertrofia mammaria, caratterizzata da seno voluminoso generalmente ptosico con problemi estetici ma non funzionali, e la gigantomastia, un eccessivo sviluppo associato a ptosi severa e problematiche funzionali come difetti posturali, dolori alla colonna e macerazione cutanea. La mastoplastica riduttiva rimuove quota variabile di tessuto mammario e cute, riducendo il volume e migliorando estetica e funzione, pur lasciando cicatrici che possono essere estese.

Mastoplastica additiva

La mastoplastica additiva è l’intervento estetico mammario in assoluto più richiesto ed eseguito. Consiste nel modificare forma e volume del seno mediante l’utilizzo di un impianto mammario in silicone di ultima generazione (involucro ultraresistente testurizzato e gel coesivo all’interno, biocompatibile, ampiamente certificato).

Si distinguono essenzialmente due forme di eccessivo sviluppo della mammella: l’ipertrofia mammaria in cui il seno è molto voluminoso e generalmente ptosico, con problematiche estetiche e non funzionali e la gigantomastia, in cui il seno si sviluppa in maniera eccessiva, associandosi a ptosi severa, ma soprattutto a problematiche funzionali quali difetti posturali, dolori alla colonna vertebrale (soprattutto cervicale e lombare) ed alla clavicola e macerazione cutanea da sudorazione a livello dei solchi mammari.La mastoplastica riduttiva comporta la rimozione di una quota variabile (in funzione della gravità dell’ipertrofia) di tessuto mammario (ghiandola e grasso) e di cute, riducendo le dimensioni del seno, risolvendo i problemi funzionali (quando presenti), ridando tono e turgore e migliorando l’estetica globale del seno che appare più proporzionato al resto del corpo e più sollevato. Ottenere tutti questi vantaggi richiede però di saper accettare cicatrici sul seno che a volte possono essere anche estese.

Ginecomastia (uomo)

La ginecomastia consiste in un eccessivo e anomalo sviluppo della mammella in soggetti di sesso maschile. Si tratta di una condizione più comune di quanto si creda, infatti può colpire fino al 40-60% degli uomini. La patologia può interessare solo uno o più spesso entrambi i seni.

La ginecomastia è una condizione che può causare un notevole disagio psicologico soprattutto in età adolescenziale, quando la sua correzione diventa spesso necessaria. Si distinguono tre forme diverse in base a caratteristiche cliniche, ecografiche e istologiche: la ginecomastia vera, caratterizzata da un eccesso di sviluppo della componente ghiandolare localizzata generalmente in sede retroareolare; la ginecomastia mista, con un eccesso sia della componente ghiandolare che adiposa, che talvolta si associa a eccesso cutaneo; infine, la ginecomastia falsa, dovuta all’aumento della componente adiposa, generalmente legata all’aumento di peso e spesso accompagnata da un eccesso cutaneo. Le cause della forma vera comprendono l’uso di steroidi anabolizzanti, alcuni farmaci e patologie come cirrosi epatica o disfunzioni ormonali. La forma falsa dipende prevalentemente da un incremento ponderale.

Radiofrequenza (BodyTite)


Consiste nell’uso di una radiofrequenza bipolare (BodyTite), in genere associata ad una liposuzione controllata, in grado di consentire lo scioglimento del grasso, la sua rimozione e soprattutto la retrazione cutanea in caso di flaccidità. In questa maniera si riesce a risolvere l’eccesso tissutale (cute e sottocute) senza la sua rimozione chirurgica e quindi evitando o riducendo cicatrici che, anche se localizzate nel basso ventre e ben nascoste dalla biancheria intima, sarebbero molto estese. La procedura può essere effettuata in regime di Day-Surgery, prevedendo però una sedazione a cui associare anestesia locale. L’intervento viene eseguito attraverso piccole incisioni dell’ordine di pochi millimetri, nascoste in punti poco visibili (pieghe naturali dell’organismo). In esse viene introdotto l’elettrodo a radiofrequenza che riscalda in modo controllato cute e sottocute causando la contrazione dei setti fibrosi (che collegano pelle e muscolo) che con il tempo in genere perdono tonicità. A questo segue la classica liposuzione che rimuove l’eccesso di grasso con maggiore facilità ed efficienza e soprattutto in modo meno traumatico. Gonfiore e lividi, seppur presenti, sono in genere limitati e di breve durata, i risultati sono apprezzabili fin da subito, ma per evidenziarli appieno si deve attendere la risoluzione dell’edema post-operatorio.

Liposuzione e Liposcultura

La liposuzione consiste nella rimozione, a mezzo di cannule a cui si applica una pressione negativa (aspirazione), di tessuto adiposo (grasso) in aree corporee in cui questo è in eccesso; normalmente viene eseguita in pazienti sovrappeso. Per liposcultura si intende una liposuzione controllata, limitata alle aree di accumulo ‘costituzionali in un paziente normopeso, il cui grasso aspirato viene trattato, purificato e reinnestato (trapiantato) in sedi dove si richiede un incremento volumetrico (glutei, rughe del volto, seno, depressioni corporee).Entrambe le metodiche non vanno intese come modalità per dimagrire, perché agiscono più sulla forma corporea che sul peso, i risultati migliori si ottengono infatti sugli accumuli localizzati di soggetti vicino al peso ideale. Si tratta quindi di rimedi a cui arrivare solo dopo aver provato a ridurre il peso con un regime alimentare corretto associato ad attività fisica aerobica.L’addome ed i fianchi sono aree di accumulo di grasso localizzato, qui i risultati di liposuzione e/o liposcultura sono in genere ottimi, permettendo di riconquistare una silhouette pressoché normale. Fondamentale è che all’eccesso di grasso non si associ un eccesso cutaneo, altrimenti alla liposuzione andrebbe associata una addominoplastica (lipoaddominoplastica).La durata della procedura varia in funzione dell’estensione dell’area da trattare, cosi come i tempi di degenza in clinica ed i tempi di recupero post-operatorio. Attraverso piccole incisioni dell’ordine di pochi millimetri, nascoste in punti poco visibili (pieghe naturali dell’organismo), si introduce nel sottocute la cannula da liposuzione a cui si collega il tubo dell’aspirazione e con movimenti ripetuti si procede alla rimozione del grasso in eccesso. Normalmente l’intervento viene eseguito in anestesia locale con sedazione profonda in regime di Day-Surgery, con quindi tempi di degenza limitati. Per una minilipo (lipo light: meno di un litro di grasso aspirato) ad esempio si tratta di poche ore di permanenza in clinica, per le megalipo (fino a rimuovere l’8% del peso corporeo) è necessaria invece l’anestesia generale ed almeno una notte di degenza.Nel post-operatorio va indossata una guaina contenitiva per 30 giorni, si richiede una dieta ricca di acqua e cibi contenenti ferro e vanno effettuati dei massaggi linfodrenanti a partire dai 30 giorni dopo la chirurgia. Gonfiore consistente, lividi molto estesi sono considerati normali, dopo un mese i risultati sono già evidenti, ma per poterli valutare pienamente può esser necessario attendere dai 3 ai 6 mesi.

Addominoplastica e lipoaddominoplastica

L’addominoplastica è un intervento chirurgico a cui si ricorre per rimuovere cute e grasso in eccesso dalla regione addominale anteriore, con la possibilità al contempo di rinforzare la parete addominale stessa. Il miglioramento del profilo addominale risulta in genere molto consistente, così come la tonicità e la capacità contenitiva dell’intera parete. La cicatrice residua è piuttosto estesa, andando da spina iliaca a spina iliaca (osso prominente del bacino), passando per la regione sovra pubica, ma normalmente è ben nascosta al di sotto dell’abbigliamento intimo.L’intervento prevede, dopo la suddetta incisione, uno scollamento della parete addominale anteriore sul piano dei muscoli retti, il loro riaccostamento mediante plicatura (sutura intrecciata) nel caso sia presente una diastasi (aumento dello spazio tra i due muscoli), la rimozione del tessuto cutaneo-sottocutaneo in eccesso, la plastica dell’ombelico (riabboccamento nella nuova posizione dopo aver stirato la pelle residua) e la sutura. La procedura viene eseguita in anestesia generale e prevede pertanto una notte di degenza in clinica, drenaggi (in genere due) vengono posizionati per la prevenzione di ematomi e sieromi e rimossi generalmente dopo pochi giorni. La rimozione dei punti avviene dopo 14 giorni durante i quali il paziente osserverà riposo domiciliare, va indossata una guaina contenitiva addominale (tipo post-partum) in posizione eretta per 30 giorni. Gonfiore è in genere presente ed è considerevole, ma si risolve in 1-2 mesi, permettendo di tornare rapidamente ad una vita normale; in caso di plicatura l’uso della muscolatura addominale va rimandato a dopo i 3 mesi.Con l’introduzione negli anni ’80 delle tecniche di liposuzione un nuovo input è stato dato all’addominoplastica dalla sua associazione con una liposuzione controllata su punti strategici, è nata così la lipoaddominoplastica.Normalmente si comincia l’intervento dalla posizione prona, si effettua una liposuzione mirata sui fianchi in modo da creare una silhouette più definita, il grasso rimosso può anche essere innestato nei glutei per un loro aumento, quindi il paziente viene posizionato supino e si procede prima alla liposuzione della parete addominale in modo da rimuovere grasso in eccesso e ridurre lo spessore del lembo addominale residuo, quindi si procede alla classica addominoplastica con eventuale plicatura dei muscoli retti. Post-operatorio e tempi di recupero sono sovrapponibili a quelli della comune addominoplastica.I vantaggi della lipoaddominoplastica rispetto all’addominoplastica classica risiedono nella possibilità di migliorare ulteriormente il giro vita ed il profilo corporeo, nella riduzione della cicatrice addominale (rimuovendo il grasso si può ridurre meno pelle ed ‘accorciare’ il taglio) e nella riduzione della percentuale di complicanze quali sieromi ed ematomi.

Miniaddominoplastica

La miniaddominoplastica è una versione meno invasiva di addominoplastica la cui azione migliorativa si concentra e si limita all’addome sottombelicale. La cicatrice residua è più breve, risultando leggermente più lunga di quella del comune taglio cesareo. L’intervento prevede lo scollamento dell’addome anteriore sottombelicale, l’eventuale plicatura dei muscoli retti addominali se divaricati (diastasati), la rimozione di cute e sottocute in eccesso e la sutura. Normalmente non è necessaria la trasposizione dell’ombelico e si può anche associare la liposuzione per un ulteriore miglioramento e riduzione della lunghezza della cicatrice. Tempi chirurgici, tempi di recupero e rischio di complicazioni sono decisamente ridotti e l’intervento può anche essere eseguito in anestesia locale con sedazione profonda in regime di Day-Surgery. Si tratta di un intervento molto richiesto dalle donne dopo la gravidanza, quando, nonostante il recupero del peso corporeo pre-gravidico, una certa quota di eccesso di cute sottombelicale permane, magari associato a smagliature ed alla diastasi dei muscoli retti dell’addome. Un intervento semplice e di breve durata come questo può contribuire a ristabilire pienamente le condizioni pre-gravidiche.

Radiofrequenza + Liposuzione

Consiste nell’associazione di una radiofrequenza bipolare (BodyTite) ad una liposuzione controllata, in grado di consentire lo scioglimento del grasso, la sua rimozione e soprattutto la retrazione cutanea in caso di flaccidità.

In questa maniera si riesce a risolvere l’eccesso tissutale (braccia ad ‘ali di pipistrello’) senza la sua rimozione chirurgica e quindi evitando cicatrici che sulle braccia sarebbero evidenti. La procedura può essere effettuata in regime di Day-Surgery, prevedendo però una sedazione a cui associare anestesia locale. L’intervento viene eseguito attraverso piccole incisioni dell’ordine di pochi millimetri, nascoste in punti poco visibili (pieghe naturali dell’organismo). In esse viene introdotto l’elettrodo a radiofrequenza che riscalda in modo controllato cute e sottocute causando la contrazione dei setti fibrosi (che collegano pelle e muscolo) che con il tempo in genere perdono tonicità. A questo segue la classica liposuzione che rimuove l’eccesso di grasso con maggiore facilità ed efficienza e soprattutto in modo meno traumatico. Gonfiore e lividi, seppur presenti, sono in genere limitati e di breve durata, i risultati sono apprezzabili fin da subito, ma per evidenziarli appieno si deve attendere la risoluzione dell’edema post-operatorio.

Lifting braccia

La rinoplastica è un procedimento chirurgico volto a correggere le deformità nasali ed a migliorarne la funzionalità respiratoria.

Il naso è un elemento centrale del volto ed i difetti, anche se minimi, possono essere molto visibili. Le subunità estetiche del naso che più spesso vengono trattate sono la punta, il dorso, il setto nasale e le ali nasali. Il naso è anche un importante organo per la funzione respiratoria e olfattiva, se presente una disfunzione (aria non passa da una o entrambe le narici), una visita otorinolaringoiatrica o maxillo-facciale con rinoscopia e/o rinomanometria, può essere utile a pianificare la correzione del setto nasale e dei turbinati inferiori (escrescenze mucose all’interno delle fosse nasali). Esistono due principali approcci chirurgici al naso: la rinoplastica ‘open’ in cui si accede alle strutture nasali incidendo la columella (ponte cutaneo tra le narici) e scollando i tessuti e la rinoplastica ‘chiusa’ in cui si accede alle strutture attraverso delle incisioni che rimangono nascoste all’interno delle narici, scollando i tessuti per acquisire una visibilità sufficiente a poter modificare lo scheletro nasale. Esiste una grande variabilità di tecniche differenti che vanno applicate al caso specifico….ogni naso è infatti un caso a sé.

Lipofilling

Il lifting braccia è una procedura chirurgica volta alla rimozione dell’eccesso di tessuto che può accumularsi con il tempo e con l’incremento di peso nella parte interna del braccio.

Il tutto si effettua attraverso una incisione lungo il solco bicipitale (versante interno del braccio tra bicipite e tricipite), lo scollamento del tessuto sovrabbondante e la sua rimozione chirurgica. L’associazione alla rimozione cutanea di una liposuzione, permette di perfezionare ulteriormente il risultato ottenuto, per una maggiore riduzione della circonferenza delle braccia. I punti si mantengono per circa due settimane, durante le quali gonfiore e lividi possono essere presenti, dopodiché si può tornare ad una vita sostanzialmente normale. La cicatrice, piuttosto estesa (dal gomito all’ascella) è evidente solo a braccia aperte e scoperte ed è quindi facile da nascondere. Nonostante questo, alcuni pazienti fanno fatica ad accettarla, difatti l’intervento viene riservato ai casi di eccesso tissutale molto marcato (es. dopo grande dimagrimento come nei pazienti bariatrici) che arrivano alla deformità nota come braccia ad ‘ali di pipistrello’. In caso di difetti più limitati invece si preferisce ricorrere alla associazione di radiofrequenza operativa + liposuzione, per risultati evidenti in assenza di cicatrici visibili.

Radiofrequenza (BodyTite)

Consiste nell’uso di una radiofrequenza bipolare (BodyTite), in genere associata ad una liposuzione controllata, in grado di consentire lo scioglimento del grasso, la sua rimozione e soprattutto la retrazione cutanea in caso di flaccidità. In questa maniera si riesce a risolvere l’eccesso tissutale (cute e sottocute) senza la sua rimozione chirurgica e quindi evitando o riducendo cicatrici che, anche se localizzate nella piega inguinale (radice della coscia) ed eventualmente all’interno coscia, sarebbero molto estese. La procedura può essere effettuata in regime di Day-Surgery, prevedendo però una sedazione a cui associare anestesia locale. L’intervento viene eseguito attraverso piccole incisioni dell’ordine di pochi millimetri, nascoste in punti poco visibili (pieghe naturali dell’organismo). In esse viene introdotto l’elettrodo a radiofrequenza che riscalda in modo controllato cute e sottocute causando la contrazione dei setti fibrosi (che collegano pelle e muscolo) che con il tempo in genere perdono tonicità. A questo segue la classica liposuzione che rimuove l’eccesso di grasso con maggiore facilità ed efficienza e soprattutto in modo meno traumatico. Gonfiore e lividi, seppur presenti, sono in genere limitati e di breve durata, i risultati sono apprezzabili fin da subito, ma per evidenziarli appieno si deve attendere la risoluzione dell’edema post-operatorio.